Cooperativa Sociale Treottouno con Il progetto am-ABIL-Mente al lavoro intende sviluppare, sull’intera provincia di Pavia, una strategia e un modello di intervento che metta gli attori della società “civile” (terzo settore, cittadini, persone disabili, aziende) in connessione tra loro e in relazione con il mondo istituzionale (provincia, collocamento mirato, ecc.).
L’obiettivo è favorire la cooperazione per il miglioramento del processo di inserimento lavorativo per persone con disabilità certificata ai sensi della l. 68/99 in cerca di un’occupazione.
Il progetto è realizzato con contributi da Fondazione Cariplo, ha una durata di due anni e vede come ente capofila Centro Servizi Formazione insieme ai partner ACLI Provinciali Pavia APS, Finis Terrae Cooperativa Sociale, Gli Aironi Cooperativa Sociale e Cooperativa Sociale Treottouno.
Creazione di una rete interprovinciale, organizzata in tavoli di lavoro tematici, con l’obiettivo di miglioramento dell’applicazione delle opportunità derivanti dalla normativa sull’inserimento lavorativo di persone con disabilità (l. 68/99), e in una rete a livello istituzionale e imprenditoriale, per individuare strumenti di lavoro e di collaborazione con le Istituzioni. All’interno di questa azione è prevista una ricerca delle aziende del territorio sensibili alla tematica della disabilità.
Realizzazione un percorso formativo per la formazione del Disability manager, un professionista poliedrico che si occupa di coordinare e realizzare progetti personalizzati per l’inserimento al lavoro dei dipendenti con disabilità. Il corso è rivolto a operatori di cooperative sociali, assistenti sociali, operatori del Centro per l’Impiego di Pavia, imprenditori, responsabili delle risorse umane e figure amministrative.
Presa in carico delle persone disabili per l’inserimento lavorativo, attraverso un processo articolato di accompagnamento, formazione e tutoraggio che prevede la collaborazione attiva dei diversi soggetti coinvolti.
Comunicazione e sensibilizzazione sul tema del lavoro e della disabilità, con le istituzioni, le aziende e altri stakeholder del territorio.
Centro Servizi Formazione Pavia
Via Riviera 23, Pavia
Telefono: 0382.16931
E-mail: segreteria@csf.lombardia.it
Orti Sociali di Voghera inseme a tutti i partner ha organizzato un corso di formazione gratuito di Giardinaggio e ortocoltura della durata di 80 ore. Il corso fa parte del progetto "Strada facendo… Percorsi sperimentali per il contrasto alla Povertà Lavorativa, Educativa, Relazionale" che ha l'obiettivo di fornire alle persone disoccupate o con occupazioni lavorative instabili di età superiore ai 18 anni, le competenze necessarie per incrementare le loro competenze professionali.
Durante il corso, i partecipanti acquisiranno le competenze per allestire aree verdi, parchi e giardini e per coltivare e manutenere orti e frutteti. Saranno in grado di occuparsi delle operazioni di preparazione del terreno, allestimento, cure colturali, raccolta e conservazione dei prodotti, nonché di intervenire nelle attività relative alle coltivazioni arboree ed erbacee, all'ortofrutticoltura, alla potatura e alla moltiplicazione delle piante.
Il corso si terrà dall'11 al 24 aprile 2023 e sarà rilasciato un attestato di partecipazione al termine. Le iscrizioni sono aperte fino al 7 aprile o fino a esaurimento posti.
Il corso è rivolto a persone che necessitano di migliorare le loro competenze professionali e che sono interessate a lavorare nel settore del giardinaggio e dell'agricoltura. Inoltre, il progetto offre percorsi riabilitativi terapeutici attraverso il lavoro agricolo, fornendo un'opportunità importante per le persone che vogliono migliorare le loro competenze sociali ed emotive.
Orti Sociali ha come partner diverse organizzazioni tra cui Aldia - Persone per le persone, Calypso - Il teatro per il sociale, CSF Lombardia, Fondazione Adolescere, Fondazione Cariplo, Fondazione Comunitaria Pavia, Fondazione Peppino Vismara, Fondo Beneficenza Intesa Sanpaolo, La Collina Cooperativa Sociale Onlus, Mons Acutus ODV, Orti Sociali. Il loro supporto è fondamentale per realizzare il corso di formazione gratuito e per promuovere l'agricoltura sociale come strumento di inclusione e sviluppo sostenibile.
Per maggiori informazioni sul corso e sul progetto Orti Sociali, contattaci al numero 3396259189 o all'indirizzo email ortisocialivoghera@gmail.com.
Non perdere questa opportunità unica di acquisire nuove competenze professionali e contribuire a coltivare il nostro futuro!
Il fenomeno dello spreco alimentare è uno dei più gravi e dannosi per la Terra. Genera povertà, disuguaglianze, compromette la biodiversità ed è una delle maggiori fonti di emissione di CO2 in atmosfera. Il cibo prodotto ma non consumato utilizza 1,4 miliardi di ettari di campi, che rappresentano quasi il 30% dei terreni agricoli nel mondo.
Secondo la FAO ,ogni anno un terzo della produzione mondiale di cibo si perde o si spreca lungo la filiera alimentare. Solo in Italia, lo spreco alimentare in un anno ci costa poco meno di 10 miliardi. Per contrastare questo fenomeno, in provincia di Pavia è nato il progetto RISE (Recupero - Innovazione - Sostenibilità - Economia circolare), portato avanti da due cooperative del territorio in collaborazione con altri enti non profit e con la Fondazione Romagnosi. Il progetto punta a contrastare lo spreco alimentare proprio nelle fasi iniziali della filiera agroalimentare, ha ottenuto un finanziamento dalla Regione Lombardia e la rete che lo ha ideato e si è impegnata a realizzarlo entro la fine del corrente anno.
Capofila è la Cooperativa Sociale 381 di Voghera, affiancata dalla Cooperativa Sociale Balancin di Pavia. Le azioni si stanno sviluppando proprio nei territori compresi fra Pavia e Voghera, dove il problema è particolarmente acuto: mancano infatti politiche locali del cibo istituzionali e strutturate.
Le indagini merceologiche – spiegano i promotori – indicano che i cibi più sprecati risultano essere i prodotti freschi, in particolare frutta e verdura. Progetto RISE vuole agire proprio in questo settore, importantissimo in un territorio a vocazione agricola come la provincia di Pavia.
Nel concreto, cooperativa 381 – che è impresa sociale agricola, produce ortaggi e inserisce al lavoro persone fragili – recupera una serie di prodotti agricoli da diverse aziende agricole produttrici, scartati per le più svariate ragioni, dall'eccedenza di produzione (es. un raccolto di pomodori in eccesso rispetto la quantità che le aziende agricole possono collocare sul mercato) al fatto che parecchi prodotti possono essere "difettosi" a causa di eventi atmosferici avversi, forma non adeguata, calibro non perfettamente corretto, ecc.
Coop. 381 recupera tutti questi prodotti destinati a diventare rifiuto agricolo e li va a stoccare in un magazzino. Da lì, parte la rigenerazione, o attraverso la donazione (Caritas e Comunità di Sant’Egidio le due istituzioni più attive dal lato dei beneficiari) o attraverso la commercializzazione. Qui entra in campo cooperativa Balancin – anch’essa coop. sociale di tipo B che si occupa di catering, banqueting e confezionamento e commercializzazione di prodotti alimentari.
Coop. Balancin raccoglie i prodotti agricoli di scarto ma anche tutti quelli che non riesce a vendere in prima istanza e li va a rigenerare attraverso prodotti di "secondo livello" certificati dal marchio IO ERO, un primo risultato concreto del progetto RISE. I prodotti a marchio IO ERO certificano una filiera che combatte concretamente il fenomeno dello spreco alimentare.
Le produzioni IO ERO permettono a una mela bruttina, ma ancora di ottimo gusto, di diventare una confezione di fragranti chips di mele essiccate, ottimo snack sano e leggero. Delle verdure "bio" fuori calibro o invendute possono trasformarsi in eccellente dado granulare, per brodi deliziosi e genuini. O ancora, arance biologiche dolcissime, ma con la buccia che porta i segni del vento o dell’acqua, possono cambiare forma e divenire una buonissima marmellata artigianale.
E tante altre storie di recupero agricolo e di nuova vita a tanti prodotti della terra. L’obiettivo finale, ambizioso ma considerato molto concreto, è distribuire oltre 4,5 tonnellate di frutta e ortaggi salvati dallo spreco a circa 1.000 nuclei familiari fragili, ma anche creare una un circuito di economia circolare che valorizzi gli scarti. A fine anno si chiuderà ma, già ora, il progetto – oltre al nuovo marchio IO ERO – ha generato due nuovi ingressi lavorativi, uno in coop. Balancin e uno in coop treottouno.
Da parte sua, Fondazione Romagnosi sta accompagnando le azioni sviluppate in questi mesi con uno studio dei dati raccolti, utili perché potranno costituire un modello che potrà essere replicabile in altri territori.
Presso Hub Voghera in piazzetta Garibaldi 9 a Voghera il 04 novembre e 11 novembre dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 18.30 si terrà un’esposizione di manufatti realizzati nell'ambito del progetto laboratorio di sartoria, attivo presso la Casa Circondariale di Voghera.
L’iniziativa nasce in collaborazione con l’Associazione di promozione sociale Sc’Art di Genova, realtà impegnata in favore della tutela dell’ambiente, nell’ambito della sensibilità civica contraria allo spreco e nell’organizzazione di attività formative, educative ed artistiche rivolte a persone in condizioni di fragilità socio economiche, quali, ad esempio, proprio le persone detenute.
L’obiettivo è quello di favorire l’apprendimento di capacità tecniche, promuovere il benessere e possibili occasioni di inclusione sociale, in una visione rispettosa dell’ambiente e dell’uomo.
Vengono recuperati e riciclati striscioni pubblicitari dismessi e la tela degli ombrelli rotti, che diventano fonte d’ispirazione con i loro segni, colori e forme, giungendo alla realizzazione di pezzi unici che vengono cuciti con cura e attenzione.
Tra le persone detenute è possibile individuarne diverse in possesso di vivaci risorse e buona disponibilità a mettere in discussione le scelte passate, attraverso un impegno concreto in attività socialmente rilevanti; offrire loro nuove possibilità di crescita personale equivale a "restituire" alla società persone arricchite e capaci ristabilire una condizione di sano equilibrio con la società civile.
Cooperativa Treottouno
VOGHERA - Una giornata per riflettere con la comunità e proporre modelli di sviluppo sostenibile per l'economia resiliente di Voghera, dell'Oltrepò Pavese e del territorio. Il focus della seconda edizione della Festa del Ringraziamento di San Martino, in scena a Voghera domenica 13 novembre dalle 7.30 alle 13.30 nella centralissima piazza Duomo accanto ai contadini di Campagna Amica, sarà ancora l'agricoltura di filiera, argomento che in questa fase storica tanto piace agli italiani in cerca di prodotti in tavola che siano veicolo di qualità, valori, tracciabilità e identità.
Un evento organizzato da Hub Voghera e Cooperativa 381 reso possibile dal sostegno dell'Amministrazione Comunale di Voghera retta dal sindaco Paola Garlaschelli che, attraverso l'impegno dell'assessore al Commercio Maria Cristina Malvicini, intende rivalorizzare le tradizioni iriensi e dare impulso all'economia sostenibile e circolare.
Un'agricoltura familiare, sociale e contadina, il futuro dell'Oltrepò Pavese passa dalle Filiere Agroalimentari nel solco della Tradizione Contadina. Domenica 13 novembre vi aspettiamo in Piazza Duomo a Voghera. Durante tutta la mattina presso lo stand del Gruppo Alpini Voghera, preparazione, degustazione e vendita della Schita dell'Oltrepò Pavese e attività didattica per adulti e bambini "Impariamo a fare la Schita dell'Oltrepò Pavese Insieme".
Piazza Duomo, Voghera
ore 07.30 allestimento esposizione mezzi agricoli
ore 08.00 Mercato Agricolo di Campagna Amica e Mercato della Comunità Oltrepò Etico di Slow Food in Piazza Duomo.
ore 09.30 Inaugurazione con:
Paola Garlaschelli, Sindaco di Voghera
Simona Virgilio, Vice Sindaco di Voghera
Maria Cristina Malvicini, Assessore al Commercio del Comune di Voghera
Stefano Greppi, Presidente Coldiretti Pavia
Emilia Maini, Presidente Copagri Pavia
Carlo Emilio Zucchella, Presidente CIA Pavia
Marta Sempio, Presidente Confagricoltura Pavia
Giorgio Allegrini, Presidente Strada del Vino e dei Sapori dell'Oltrepò Pavese
Segue Benedizione dei Trattori e dei Mezzi Agricoli con Mons. Marco Daniele e Don Cristiano Grezzi
ore 10.00 Messa di ringraziamento in Duomo
ore 10.45 Filiere Agroalimentari opportunità per l'Oltrepò Pavese riflessioni con le mani in pastella:
Nell'Area Eventi, a cura del Gruppo Alpini di Voghera: Emanuele Bottiroli, Creativamente - Pavia uno TV e Lombardia 24 conduce un intervista con le mani in pastella a:
Durante tutta la mattina presso lo stand del Gruppo Alpini Voghera preparazione, degustazione e vendita della Schita dell'Oltrepò Pavese e attività didattica per adulti e bambini "Impariamo a fare la Schita dell'Oltrepò Pavese Insieme".
Agricoltura Familiare, Sociale e Contadina, il Futuro dell'Oltrepò Pavese passa dalle Filiere Agroalimentari el solco della Tradizione Contadina
Davanti al Municipio:
Sul Sagrato del Duomo:
Davanti al sagrato:
In tutta la città:
La Provincia Pavese 06-09-2018
Il lavoro manuale, si sa, è terapeutico. Il contatto con la natura lo è altrettanto, e se ci aggiungiamo anche una buona dose di estetica, il risultato è garantito. Lo sostiene da sempre Alfonsa Erta, presidente della cooperativa "Treottouno" di Voghera, che da oltre trent'anni si occupa nelle sue serre e nei suoi orti della riabilitazione di giovani disabili e problematici, seguendoli nel paziente lavoro agricolo che sta dietro alla produzione di fiori e ortaggi.
Con pazienza e dedizione ammirevoli, la signora Alfonsa ha aiutato decine di ragazzi a superare (o quantomeno attenuare) le loro difficoltà, consentendogli in certi casi di raggiungere l'autonomia, inserendosi a poco a poco tra le rigide maglie della nostra società. Con il tempo, qualcuno ha trovato lavoro all'interno della stessa cooperativa e ha cominciato la sua vita al di fuori della famiglia, mentre qualcun altro ha superato le proprie difficoltà relazionali, riuscendo a uscire di casa almeno per visitare le serre di Alfonsa.
Ma in pratica, come si fa a curare con la natura? ce lo spiega la Erta
La questione è che l'orto, così come la serra, sono ambienti terapeutici perché non ti lasciano pensare, perché ti consentono di svuotare la mente. Prendersi cura delle piante vuol dire dedicarcisi completamente, concentrarsi solo su ciò che si sta facendo. Questo è già un ottimo esercizio se svolto saltuariamente, ma diventa vera e propria terapia nel momento in cui si vedono fisicamente i risultati del proprio lavoro. Quando il fiore sboccia, quando la pianta produce il frutto, lì senti che ciò che è nato ti appartiene, è tuo. La natura ci dà tanto, bisogna solo saperla ascoltare.
Oltre che di lavoro manuale, però, si parla anche di estetica, sempre Alfonsa ci dice:
Non è solo il prendersi cura di qualcosa ma anche il piacere visivo che questo qualcosa è in grado di produrre. Come un bel paesaggio o un bel quadro, anche un bel fiore o un ortaggio perfetto producono un effetto rilassante sulla persona. E poi ci sono i colori: accesi, brillanti, riempiono il cuore insieme agli occhi. Per questo nelle mie serre pianto gli stessi tipi di fiori e di ortaggi in diverse varietà e colorazioni: mi piace l'effetto di varietà che producono, mi piace che i ragazzi con cui lavoro possano bearsi di tanta ricchezza, e che si stupiscano di fronte alle mille sfumature presenti in natura. Il bello, dicevo, è terapeutico sempre, ma lo è ancora di più quando viene da te, quando sei stato tu a produrlo.
Dopo aver cominciato la sua attività alla comunità San Pietro, la signora Alfonsa si è poi dedicata a tanti progetti diversi, lavorando con i detenuti, con i pazienti delle unità psichiatriche e da qualche anno con gli Orti Sociali, ed è ormai pronta ad andare in pensione, aggiunge :
Quando dico andare in pensione non significa che smetterò di lavorare. L'anno prossimo cederò la presidenza della cooperativa alla mia attuale vicepresidente, ma continuerò senz'altro a rendermi utile. Dopo tanti anni passati a prendermi cura dei miei fiori e dei miei ragazzi, l'idea di smettere del tutto non mi sfiora nemmeno: e non soltanto perché so che loro hanno bisogno di me, ma anche perché sono io ad aver bisogno di loro.
Serena Simula
Alfonsa ora cosa dobbiamo fare? Forse questa la mia ultima frase ad una persona che con la Sua umiltà, gentilezza e competenza ha saputo, in questi anni, guidarmi nella mia vita. Un punto di riferimento non solo per me, ma per tutti quelli che sono impegnati nel sociale e nella nostra "amata" terra.
Nessuno di noi avrebbe mai immaginato che questo giorno sarebbe arrivato così presto e che saremmo stati qui a ricordare insieme la bella persona che sei, la tua determinazione, il tuo entusiasmo e la tua forza, la tua grinta e la tua allegria, infine, ma non per importanza, la tua generosità e il tuo altruismo.
Si lo ricordavamo, ridendo assieme, la prima volta che ci siamo conosciuti parlavamo di persone in difficoltà in una riunione della Consulta per i problemi sociali all'AUSER… le nostre posizioni non coincidevano.
Eravamo diversi, è vero, molte cose ancora non le capivo… eppure il tuo modo di fare, di pensare, di lavorare mi hanno colpito in questi anni al punto che, fino all'ultimo giorno, ci tenevamo mano nella mano per ideare e realizzare qualche cosa di nuovo che potesse aiutare qualche persona in difficoltà.
Si perché erano proprio le piccole emozioni che ci univano. La soddisfazione nel vedere crescere qualche ortaggio, il fiorire di una pianta, recuperare qualche semente antica, capire come poter aiutare una famiglia... Sognare assieme...
Questi ricordi sono il nostro bene più prezioso e anche se un giorno mi verrà voglia di chiederti il solito consiglio e non potrò farlo allora recupererò proprio un ricordo.. Ci mancherai a tutti, ai più grandi e ai più piccoli, agli amici di sempre e a quelli conosciuti da poco.
Mancherà soprattutto la tua sincerità, il tuo modo di vedere la vita e di affrontare la quotidianità, la tua serietà che diventava simpatia all'occorrenza; mi mancherà di Te il tuo essere amica e confidente.
E adesso tocca a noi portare avanti le tue opere ed i tuoi insegnamenti... e stai tranquilla che lo faremo. Tu dal cielo continua a seguirci ed amarci.
Grazie di tutto, Alfonsa.
bicicletta e la solidarietà in un’iniziativa unica: le consegne a domicilio di prodotti freschi, sani e del territorio nei luoghi in cui passa la Ciclovia dei Malaspina.
Partendo dalla Butega d’j Urtlan a Voghera, il punto vendita nato dal progetto degli Orti Sociali Voghera dell’Azienda Agricola Moreno Baggini, Gilberto si fa promotore della riscoperta del proprio territorio fornendo altresì un servizio gratuito e volontario di consegne di cui andranno a beneficiare soprattutto coloro che abitano più distanti dal centro.
Con la sua bicicletta e un carretto che può portare fino a 40 kg di prodotti, percorre la ciclovia toccando paesi quali Codevilla, Retorbido, Salice Terme, Rivanazzano e Godiasco. I prodotti degli Orti Sociali di Voghera, grazie a Gilberto, si spostano così su pedali attraversando le terre dei Malaspina.
Gli Orti Sociali di Voghera con la Cooperativa 381 hanno creato sul territorio una rete solidale che va dal reinserimento di soggetti a rischio tramite un modello integrato di Agricoltura Sociale, alla promozione del territorio attraverso il supporto ai produttori locali e alla salvaguardia della agrobiodiversità dell’Oltrepò. Tramite il bando “Coltivare Valore” promosso da Fondazione Cariplo, è stato ideato il progetto “La Sostenibilità che Include” dalla forte vocazione agricola e sociale.
Le attività promosse dal progetto hanno dimostrato come sia possibile combattere la frammentarietà delle aziende agricole sul territorio, mettendole in comunicazione e creando una rete virtuosa che condivida la stessa visione: quella di creare un nuovo modello di business, un sistema di welfare comunitario e locale in grado di prendersi cura dei soggetti piú deboli e intercettare nuove reti capaci di costruire un’economia solidale.
Anche durante il periodo di massima emergenza data dalla diffusione del Coronavirus, la rete di Agricoltura Sociale Pavia si è subito attivata con un sistema di consegne a domicilio e una campagna di raccolta fondi denominata “So-spesa”, Il motto di Gilberto e delle sue inziative, che comprendono anche un turismo lento e consapevole, è “mangia bene e fai attività fisica”.
Tutto questo è possibile grazie ai prodotti sani, buoni e giusti delle aziende agricole sociali, alle attività di riscoperta e promozione del patrimonio rurale pavese e da persone che con passione e determinazione intervegono sul territorio in maniera concreta e solidale. Mai come in questo momento è incentivata la riscoperta dei luoghi attorno a noi, molto spesso dimenticati, dove passare il tempo in maniera sana ritrovando un contatto con la natura e i suoi preziosi prodotti.
Corso pratico di agricoltura sociale - Il percorso rientra nell’ambito del progetto La sostenibilità che include vincitore del bando Cariplo. Coinvolti 20 giovani con svantaggio che si confrontano con prodotti locali e tecniche di coltivazione. Per alcuni di loro è previsto anche uno sbocco lavorativo.
La rete pavese di agricoltura sociale brilla sempre più all’insegna dell’inclusione. È, infatti, partito a gonfie vele il corso di formazione professionale “Pratiche di agricoltura sociale e tecniche di promozione della produzione locale”. La proposta formativa, rivolta a giovani con svantaggio e fragilità di vario tipo, rientra nell’ambito del progetto “La sostenibilità che include” con cui la rete si è aggiudicata l’importante bando Cariplo “Coltivare Valore”.
L’obiettivo centrale del percorso, come spiegano gli organizzatori, è quello di “fornire conoscenze interdisciplinari di natura teorica e pratica volte a sviluppare un’adeguata consapevolezza e competenza sui temi fondamentali di natura agricolo-rurale intesi in chiave di sostenibilità e promozione sociale”.
Il corso, interamente gratuito, ha una durata di 100 ore e prevede lezioni sia teoriche che pratiche. Partito a maggio si concluderà ad ottobre e ha già raccolto i primi frutti di entusiasmo e soddisfazione da parte dei partecipanti, come ci conferma uno tra i principali responsabili del progetto, Moreno Baggini, che è anche il coordinatore della rete pavese.
Il percorso sta procedendo molto bene: abbiamo 20 partecipanti anche se le richieste sono state molte di più. Positivo il fatto che partecipino sia ragazzi che ragazze, a dimostrazione che il tema agricolo è davvero trasversale. In particolare stanno destando forte interesse argomenti come i prodotti locali e le tecniche di coltivazione.
La proposta formativa, che si avvale anche della figura di un ortoterapista, si è già addentrata con successo nella fase pratica: "Abbiamo il piacere di avere tra i nostri docenti sia professori dell’Università di Pavia sia esperti del territorio – evidenzia Moreno Baggini – Gli stessi enti locali si sono dimostrati molto partecipi nel segnalarci profili potenzialmente interessati al percorso. Il bello di questa fase è potersi confrontare con diverse stagionalità di questo lavoro che attraversa la primavera, l’estate fino ad arrivare all'autunno".
All’interno del corso è inoltre previsto un modulo speciale dedicato al tema della coltivazione delle piante spontanee di uso alimentare (dette anche alimurgiche) della provincia di Pavia. Dato il ritrovato interesse dei consumatori nei confronti di queste, si è deciso di coltivare sperimentalmente almeno 9 specie alimurgiche come piante di tipo ortivo.
Tutto ciò, oltre a creare nuove opportunità di lavoro, potrà dare nuova linfa all'agricoltura sostenibile – evidenziano i referenti – Questa attività agricola ha inizio a partire dai semi messi a disposizione dalla Banca del Germoplasma vegetale dell’Università di Pavia.
Tra le 9 piante alimurgiche coltivate vi sono la malva, il tarassaco, il papavero, l’ortica, il luppolo, la borragine, la costolina (detta anche giuncolina), il silene (o strigoli), il cascellore (detto anche “landar”).
Il progetto prevede inoltre la coltivazione e la trasformazione di antiche varietà agricole come, ad esempio, il mais ottofile (chiamato così per il numero di file di chicchi sul tutolo della pannocchia) del territorio pavese, la zucca e l’anguria con cui realizzare la mostarda di Voghera, la zucca di Dorno.
Per 8 partecipanti del corso la formazione sfocerà poi in un vero e proprio tirocinio formativo retribuito e per 6 beneficiari sarà previsto l’inserimento lavorativo nell'ambito delle cooperative sociali partner del progetto.
Il corso, interamente sostenuto da Fondazione Cariplo e promosso da Apolf, vanta un’articolata rete di enti attuatori tra cui: cooperativa 381, Università di Pavia, Apolf (Agenzia Provinciale per l’Orientamento, il Lavoro e la Formazione) di Pavia, ACLI, fattoria sociale Balancin, Mulino di Suardi, Bipart.
L’iniziativa gode del supporto di Slow Food Oltrepò pavese, Università e Provincia di Pavia, Camera di Commercio di Pavia ed è promossa dalla stessa rete Agricoltura Sociale Lombardia.
La nostra esperienza dimostra che l'agricoltura sociale funziona e che a Voghera c'è l'interesse a riscoprire le radici contadine di questa città. Il Comune ha tanti terreni incolti e invece di lasciarli in abbandono potrebbe sviluppare altri progetti, in particolare per i giovani. Gli Orti sociali di via Palazzina compiono due anni, i risultati non mancano e i nuovi progetti sono tanti.
Moreno Baggini, vicedirettore della Carítas diocesana ed ex assessore ai Servizi sociali, fondatore degli Orti, racconta con i numeri l'impatto già avuto sul territorio.
Nel 2014-spiega -avevamo una produzione di una pertica e mezza: ora siamo a circa 3 ettari, vale a dire 45 pertiche, tra cui 1.200 metri quadri di serre.
Per lavorare la terra, in via Palazzina ci sono 3 dipendenti («Tutti sotto i 40 anni», sottolinea Baggíni), 4 persone con disabilita mentale che agli Orti vanno al mattino - trovando nell'agricoltura una pratica terapeutica -e due disoccupati sopra i 50 anni.
Gli Orti hanno accolto anche altre persone svantaggiate, come detenuti ed ex tossicodipendenti, e alcune di queste hanno poi trovato lavoro in aziende agricole. Via Palazzina è aperta al pomeriggio per la vendita, mentre la domenica mattina gli ortaggi (che sono biologici, cioè non trattati con pesticidi) si trovano ín piazza Duomo al mercato «Campagna amica» di Coldiretti: i clienti e la curiosità non mancano.
Significa che a Voghera c'era bisogno di un luogo che coltivasse prodotti sani - dice Baggini - e desse anche la possibilità di raccoglierli in prima persona. I giovani riscoprono i valori dell'agricoltura: in città ci sono tanti terreni abbandonati, il Comune potrebbe concederli per creare nuovi orti. Quelli esistenti sono destinati solo agli anziani.
Gli Orti sociali presto diventeranno anche una fattoria didattica per accogliere le scuole: ai bambini sarà dedicato uno spazio di terra e un percorso olfattivo alla scoperta delle erbe aromatiche. In questi giorni parte poi la vendita anche di piantine (a cominciare dalle zucchine), con la collaborazione della coop sociale 381. Gli Orti sono inoltre una meta per chi ne vuole replicare il modello: questa settimana arriveranno in via Palazzina visitatori dalle Marche.
A noi l'Expo è servito moltissimo. A fine agosto eravamo andati a presentare la nostra esperienza con Teresio Nardi di Slow Food: l'occasione ci ha aperto un mare dí contatti. Da lî - conclude Baggíni -è nato ad esempio il progetto sociale all'agriturismo Ca' de Figo dí Varzi.
Daniele Ferro